Big data, mobilità, cloud e Crm (servizi digitali per migliorare il rapporto con i clienti) sono le priorità di investimento tecnologico per le aziende italiane nel 2014, secondo le analisi svolte dagli Osservatori Ict del Politecnico di Milano.
Si tenga presente che sono le grandi aziende a scommettere di più e per prime su tecnologie innovative, mentre le Pmi indugiano e cercano di riguadagnare terreno in seguito.
Per quanto riguarda il cloud, nel 2013 secondo gli Osservatori l’ha adottato il 56 per cento delle grandi aziende italiane, soprattutto per la mail, la unified communication, lo storage office automation e il Crm. Tra le pmi, invece, soltanto il 20% delle aziende con meno di 49 dipendenti aveva adottato il cloud nel 2013. Ciò che preoccupa è però il fatto che le pmi investono nel cloud soprattutto per tagliare i costi, senza comprendere realmente le potenzialità di business legate a questa innovazione.
La vera novità del 2014 sono i Big data: le principali priorità di investimento Ict nel 2014, per aziende medio-grandi, sono proprio aree di business intelligence e big data analytics (per quasi il 40 per cento delle imprese del campione, con punte del 47 per cento nel settore finanziario).
Per quanto riguarda le aziende più piccole, invece, si assiste in questo caso a un minore interesse.
Un’altra area di sviluppo tecnologico di business è la mobilità: le pmi hanno più dispositivi mobili (smartphone e tablet) in uso in rapporto al numero di operatori, in quanto in queste realtà la mobilità dei lavori è più accentuata.
Le grandi aziende invece mostrano un approccio diverso e puntano sullo sviluppo progetti più ambiziosi e complessi, come servizi e applicazioni a supporto dei processi e nuove soluzioni per la gestione delle risorse Ict aziendali.
Infine Andrea Rangone, a capo degli Osservatori, osserva che “le aziende stanno investendo in servizi business to customer con cui rinnovare la relazione con i clienti, il pre e il post vendita. Anche le aziende più piccole cominciano a capire l‘importanza dei social network per coinvolgere i propri clienti e fare assistenza “.
Tuttavia, anche a fronte di queste considerazioni, il quadro complessivo resta preoccupante: secondo Assinter-NextValue, nel 2013 la spesa Ict aziendale è calata del 4 per cento e si attesta a livelli molto più bassi rispetto al resto d’Europa.
Come si legge nell’analisi degli Osservatori, “l’innovazione tecnologia stenta ancora ad essere riconosciuta come leva propulsiva per l’agognata ripresa nel nostro Paese. Permane una sorta di digital divide culturale nelle imprese italiane, soprattutto tra le Pmi“.
In sintesi, le aziende italiane hanno poche competenze digitali: è questo il vero problema a cui far fronte.
Fonte : Il Sole 24 Ore