Ormai la data è sempre più vicina: da Ottobre Google Chrome segnalerà i siti non sicuri, vale a dire quelli in Http. Cosa cambia? I siti in Https sono saranno più etichettati come sicuri, perché il web dovrebbe essere sicuro di default secondo la sua visione.
Questo è il punto di arrivo di un iter iniziato a Ottobre 2017, quando tramite la Search Console, Google ha iniziato a mostrare avvisi di sicurezza ai proprietari di siti che hanno all’interno delle proprie pagine web dei moduli. L’obiettivo di questa operazione era ridurre il numero di siti che non tutelano le informazioni sensibili degli utenti.
Fino ad oggi infatti Chrome ha avvisato gli utenti quando si trovavano in siti Https usando l’etichetta “sicuro” in verde e con relativo lucchetto, ora Google Chrome cambia il modo di comunicare: rimuoverà l’indicazione “sicuro” per i siti Https, ma lascerà l’etichetta “Non sicuro” in rosso per quelli in Http, anche se le pagine vengono aperte in “modalità incognito”.
Sembra una scelta comunicativa che può sembrare insignificante ma in realtà è una presa di posizione importante, in quanto Google afferma in questo modo che la sicurezza contro parti terze che saccheggiano pacchetti di dati online non può essere considerata soltanto un’opzione nel 2018. Ogni utente dovrebbe aspettarsi oggi che il web fosse sicuro in automatico.
Chi dovrebbe passare sotto protocollo HTTPS?
I siti con imminente bisogno di passare in HTTPS sono tutti i siti che hanno la necessità di proteggere pagamenti online o che possiedono form da compilare con dati personali. In caso di e-commerce e siti aziendali o editoriali nuovi è bene quindi adottare immediatamente il nuovo standard di sicurezza. Per quanto riguarda invece i siti aziendali già esistenti sarebbe opportuno provvedere a mettere il sito al sicuro al più presto.
Nella lunga battaglia per l’indicizzazione, Google sta inoltre premiando sempre di più chi utilizza questo protocollo. Confrontando due siti, se questi mostrano risultati simili per qualità dei link, l’HTTPS può diventare un fattore discriminante. Una sorta di trampolino per raggiungere la prima pagina di Google.
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