Innovazione antidoto alla crisi admin Luglio 30, 2014

Innovazione antidoto alla crisi

Innovazione, tecnologie e green economy sono le carte per il rilancio del Paese. Attualmente l’Italia è uno dei soli cinque paese al mondo (con Cina, Germania, Giappone e Corea del Sud) ad avere un surplus manifatturiero superiore ai 100 miliardi di dollari.

l’infrastruttura competitiva del Made in Italy incrociando innovazione, bellezza e green economy, potrebbe consentire una forte reazione alla crisiLa nostra economia ha settori innovativi in campo ambientale e siamo protagonisti mondiali, insieme agli Stati Uniti, del fenomeno del Reshoring (ossia il ritorno in patria di aziende precedentemente delocalizzate). Tuttavia, è la cultura l’infrastruttura competitiva del Made in Italy che, incrociando innovazione, bellezza e green economy, potrebbe consentire una forte reazione alla crisi. L’export culturale, infatti, dal 2009 è cresciuto del 35%, con un potente effetto moltiplicatore: i 74,9 miliardi di valore aggiunto delle 443mila imprese del settore produttivo culturale, sommati a quelli del pubblico e del no profit, mettono in moto ulteriori 134 miliardi di altri settori, con un totale di circa 214 miliardi (ben il 15,3% dell’economia nazionale).

Dal 21 al 23 marzo a Cesena si è svolto l’evento Web Economy Festival, che ha toccato temi come il dialogo tra Pmi e rete web 2.0, la diffusione della banda larga e ultralarga e l’innovazione delle startup, per concludere con i risultati dell’indagine “Tornare a crescere: come?”. Attraverso l’indagine è stato possibile scoprire che le imprese attive online crescono fino a cinque volte di più rispetto alle imprese non attive online: per le imprese digitali, infatti, si registrano incrementi dei ricavi pari all’1,2%, mentre per le imprese tradizionali si riscontra un calo superiore al 5%.

La via individuata per rimettere in moto le aziende e ricominciare a crescere, anche premiando l’export culturale così redditizio, può essere individuata nel web 2.0, perchè – afferma Giuseppe Giaccardi, ideatore del Web Economy Festival – “offre una formidabile infrastruttura e le Pmi online attive riescono a crescere anche nei periodi di crisi”.

rilanciare e rigenerare le aziende tradizionali con un investimento di 2,5 euro per ogni impresa non digitaleIl modello proposto dal WEF, attualmente in fase di sperimentazione nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, consentirebbe di rilanciare e rigenerare le aziende tradizionali con un investimento di 2,5 euro per ogni impresa non digitale, secondo il suo ideatore, per “fare cultura, aumentare la loro propensione e capacità di essere attivamente online”. Questi incontri hanno visto nel corso degli anni un cospicuo aumento della platea: mentre da principio il pubblico era costituito quasi interamente da tecnici, ora anche diversi imprenditori si mostrano interessati e partecipano attivamente all’evento per capire quali siano le opportunità da cogliere. “C’è l’impegno delle Camere di Commercio interessate al progetto sia con azioni di sensibilizzazione sia per agevolare la diffusione della banda larga e ultralarga sul territorio”, aggiunge Paola Moriggi, segretario generale della Camera di Commercio di Ravenna, che prosegue: “Stiamo lavorando per portare in tra aree industriali la banda larga perchè i carrier fanno piani di investimento solo quando c’è un minimo di massa critica”.

Sul fronte degli interventi Giaccardi auspica un maggiore coinvolgimento delle Camere di Commercio, che “devono dare l’input alle imprese per andare online per sopravvivere”. Altri due campi di miglioramento per questo processo di crescita digitale consistono nella semplificazione a livello burocratico dei bandi pubblici e nell’aumento della componente giovane all’interno delle aziende. Giaccardi ribadisce, infatti, che “i protagonisti di questo percorso dovrebbero essere i nativi digitali, i giovani portatori di cultura e futuro digitale. La presenza di under 35 dovrebbe raddoppiare nelle imprese, mentre ora non supera il 10-12 per cento”.

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